Il primo colloquio è un momento molto importante in cui paziente e professionista si incontrano per la prima volta di persona. Entrambi acquisiscono informazioni l’uno dell’altro che influiranno sulla relazione terapeutica.
Con i miei pazienti, il primo colloquio può avvenire nel mio studio, a domicilio (solo in caso di impossibilità a lasciare la propria residenza) o a distanza tramite video-chiamata.
In tutti e tre i casi, le persone che si rivolgono a me vengono preventivamente informate sulle modalità di lavoro nel rispetto del codice deontologico, sulla normativa della privacy, durata e costi. Il primo incontro dura 60 minuti, è uno spazio di conoscenza reciproca non giudicante nel quale il paziente mi racconta ed esprime la sua richiesta che accolgo ascoltando empaticamente. Alla fine del primo colloquio restituisco al paziente una prima lettura, un’indicazione, un invio o una proposta di intervento sulla base degli elementi emersi. In alcuni casi, occorre più di un colloquio (max 2-3) per poter definire un intervento puntuale che risponda alle reali necessità del paziente, ma questo non deve spaventare e non è indice di gravità.
Dopo una prima valutazione, infatti, la persona potrebbe iniziare un percorso di sostegno psicologico, oppure scoprire di non averne necessità, potrebbe anche ricevere un invio ad un altro professionista.
Ho scritto che il primo colloquio è un incontro di conoscenza che, come dico sempre ai miei pazienti, nonostante le emozioni di imbarazzo, paura, disagio che si possono sperimentare e che è normale provare visto il contesto, i pregiudizi sulla figura dello psicologo, l’estraneità fra me e loro, dovrebbe anche far sentire le persone libere di parlare, protette e ascoltate, a proprio agio. Insomma, non dimentichiamo mai che il nostro lavoro si basa sulla relazione e prima di essere professionisti siamo anche noi persone e questo influisce nella relazione tra psicologo e paziente. Ciò che conta, è che il paziente si trovi bene e trovi un professionista, io o un altro collega, con cui potersi esprimere e portare la propria richiesta affinché questa venga accolta.
Roberta Saba, psicologa